Le relazioni tra Marocco e Israele: una narrazione storica, politica ed economica

Punti principali:
- Radici storiche profonde: I rapporti tra Marocco e Israele risalgono a prima della nascita dello Stato ebraico, con una presenza sionista già nei primi del ‘900 e una significativa emigrazione ebraica dal Marocco verso Israele dopo la Seconda guerra mondiale1.
- Diplomazia segreta e ruolo di Hassan II: Negli anni ’60, il Marocco, sotto Hassan II, ha avviato contatti segreti con Israele, facilitando l’emigrazione ebraica e fornendo supporto di intelligence che si è rivelato cruciale nella Guerra dei Sei Giorni del 1967. Il Marocco si è distinto come mediatore tra Israele e mondo arabo1.
- Normalizzazione ufficiale: Nel 2020, grazie agli Accordi di Abramo e alla mediazione USA, Marocco e Israele hanno normalizzato i rapporti diplomatici, con riconoscimento americano della sovranità marocchina sul Sahara Occidentale in cambio della normalizzazione1.
- Cooperazione militare e tecnologica: Dal 2021, i due paesi hanno firmato accordi militari e di difesa, con importanti acquisti marocchini di droni, sistemi anti-drone e missilistici israeliani. Israele ha partecipato alle esercitazioni militari in Marocco1.
- Crescita degli scambi economici: Dopo la normalizzazione, il commercio bilaterale è cresciuto rapidamente, con scambi che hanno raggiunto 53,2 milioni di dollari nei primi cinque mesi del 2024. La cooperazione si estende a settori strategici come agricoltura, acqua ed energia, con progetti congiunti su irrigazione, desalinizzazione e idrogeno verde1.
- Sfide interne e opinione pubblica: La normalizzazione resta controversa nella società marocchina, con un forte calo del sostegno popolare e ampie manifestazioni di solidarietà verso la causa palestinese, soprattutto durante il conflitto a Gaza. Il governo marocchino cerca di bilanciare pragmatismo internazionale e sensibilità interna1.
- Prospettive future: L’alleanza rappresenta un caso unico nel mondo arabo-israeliano, offrendo opportunità ma anche sfide politiche e sociali. Il futuro dipenderà dalla capacità di costruire una cooperazione equilibrata, rispettosa delle identità e dei diritti dei popoli coinvolti1.
Le radici storiche di un’alleanza silenziosa
Le relazioni tra il Regno del Marocco e lo Stato di Israele affondano le loro radici in un intreccio storico che precede la nascita stessa dello Stato ebraico1. Già all’inizio del XX secolo, il movimento sionista aveva individuato nel Marocco un terreno fertile per costruire legami con le comunità ebraiche locali, con la fondazione di tre associazioni legate al sionismo nelle città di Tétouan, Mogador (oggi Essaouira) e Safi già nel 19002. Questa presenza precoce del sionismo in Marocco si sviluppò nel contesto del protettorato francese, che offrì un ambiente relativamente tollerante per le attività delle organizzazioni sioniste2.
Durante la Seconda guerra mondiale, il re Mohammed V si oppose alle leggi razziali del governo di Vichy, offrendo protezione agli ebrei marocchini1. Questo atto di autonomia morale rafforzò la percezione del Marocco come “terra di passaggio” sicura per l’emigrazione ebraica verso la futura Israele3. Alla fine degli anni Cinquanta, sotto il regno di Mohammed V, vennero poste le prime basi concrete di una collaborazione non ufficiale tra il Marocco e il neonato Stato d’Israele2.
L’ondata migratoria degli ebrei marocchini verso Israele ebbe un impatto profondo nella costruzione dell’identità israeliana. Oggi, oltre un milione di cittadini israeliani hanno origini marocchine, costituendo la seconda comunità ebraica più numerosa in Israele, dopo quella di origine russo-ebraica4. Secondo i dati ufficiali, 274.180 individui sono emigrati dal Marocco verso Israele tra la fondazione dello Stato nel 1948 e il 2016, mentre il censimento israeliano del 2019 conta 472.800 ebrei nati in Marocco o con un padre nato in Marocco4.
Il ruolo cruciale di Hassan II e la diplomazia segreta
Con l’ascesa al trono di Hassan II nel 1961, il Marocco iniziò a distanziarsi dal campo sovietico e da Gamal Abdel Nasser, presidente dell’Egitto, orientandosi verso il blocco occidentale guidato dagli Stati Uniti e, per estensione, verso Israele2. A differenza di altri leader arabi, Hassan II stabilì contatti segreti con Israele nei primi anni ’60, creando un canale di comunicazione con il Mossad che sarebbe diventato fondamentale per facilitare l’emigrazione degli ebrei marocchini verso Israele2.
Uno degli episodi più emblematici di questa cooperazione segreta risale al 1965, quando il re Hassan II permise al Mossad di registrare integralmente il vertice della Lega Araba tenutosi a Casablanca5. Queste registrazioni rivelarono non solo che i ranghi arabi erano divisi – con accesi scontri tra il presidente egiziano Nasser e il re Hussein di Giordania – ma anche che le nazioni arabe erano mal preparate per una guerra contro Israele6. Secondo il generale Shlomo Gazit, ex capo dell’intelligence militare israeliana, queste informazioni furono cruciali per la vittoria di Israele nella Guerra dei Sei Giorni del 19676.
Nel 1970, Hassan II divenne il primo capo di Stato arabo a incontrare ufficialmente Nahum Goldmann, presidente del Congresso Ebraico Mondiale1. Da allora, il Marocco si pose come mediatore discreto ma costante tra Israele e il mondo arabo, facilitando contatti e promuovendo una logica di negoziazione pragmatica2. La visita segreta di Yitzhak Rabin a Rabat nel 1976, seguita l’anno dopo dall’incontro riservato tra i ministri degli Esteri di Israele ed Egitto – ospitato anch’esso in Marocco – furono passaggi decisivi che prepararono la storica visita del presidente Anwar Sadat a Gerusalemme e, in seguito, la firma della pace israelo-egiziana2.
La normalizzazione ufficiale: dagli Accordi di Abramo al riconoscimento reciproco
Le relazioni tra Marocco e Israele, da tempo informali e riservate, sono emerse pubblicamente il 10 dicembre 2020, quando l’allora presidente statunitense Donald Trump annunciò che il Marocco aveva accettato di normalizzare i rapporti con Israele in cambio del riconoscimento americano della sovranità marocchina sul Sahara Occidentale7. Questo accordo trilaterale tra Marocco, Israele e Stati Uniti ha segnato una svolta decisiva nelle relazioni tra i due paesi8.
Il 22 dicembre 2020, è stata firmata una dichiarazione congiunta che impegnava le parti a stabilire voli diretti, promuovere la cooperazione economica, riaprire gli uffici di collegamento e stabilire relazioni diplomatiche complete7. Con questo accordo, il Marocco è diventato il sesto paese della Lega Araba a normalizzare i rapporti con Israele, dopo Egitto, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Sudan9.
La normalizzazione ha avuto un impatto immediato: riapertura degli uffici di collegamento, firma di decine di accordi bilaterali e avvio di una cooperazione intensa in campo tecnologico, militare, agricolo e commerciale8. Il 25 luglio 2021, due compagnie aeree israeliane hanno lanciato voli commerciali diretti da Tel Aviv a Marrakech, e l’11 agosto 2021 Marocco e Israele hanno firmato tre accordi su consultazioni politiche, aviazione e cultura1.
Il processo di normalizzazione ha raggiunto un nuovo livello il 17 luglio 2023, quando il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha riconosciuto ufficialmente la sovranità del Marocco sul Sahara Occidentale in una lettera al re Mohammed VI10. Questo riconoscimento ha rimosso gli ultimi ostacoli alla piena rappresentanza diplomatica tra Rabat e Tel Aviv, preparando il terreno per una cooperazione più articolata e profonda11.
La cooperazione militare e di sicurezza
Uno degli aspetti più significativi della relazione tra Marocco e Israele è la cooperazione militare. Nel novembre 2021, i due paesi hanno firmato un memorandum d’intesa storico in materia di difesa, che ha istituito un quadro strutturato per lo sviluppo della collaborazione bilaterale nei settori dell’intelligence, della formazione militare, della produzione industriale e della tecnologia avanzata12.
Questa cooperazione si è intensificata negli anni successivi. Già nel 2020, il Marocco aveva acquistato tre droni israeliani Heron per circa 48 milioni di dollari, destinati a missioni di ricognizione lungo il muro di sabbia nel Sahara Occidentale13. Nel 2022, Rabat ha aumentato esponenzialmente gli investimenti economici, acquisendo sistemi anti-drone SkyLock Dome per 500 milioni di dollari e, nel 2023, sistemi missilistici Barak MX per altri 500 milioni di dollari1314.
Nell’agosto 2023, il Marocco ha ricevuto le prime spedizioni del sistema di difesa aerea e antimissile Barak MX prodotto da Israele, in conformità con il contratto di armi da 500 milioni di dollari firmato dai due paesi nel febbraio 202214. Questo sistema, sviluppato da Israel Aerospace Industries, è progettato per affrontare minacce moderne, inclusi missili balistici, caccia, missili da crociera, droni, elicotteri e bombe plananti14.
La cooperazione militare ha raggiunto un nuovo livello nel 2023, quando Israele ha partecipato per la prima volta alle manovre militari African Lion in Marocco1. Secondo il portavoce militare israeliano, “una delegazione di 12 soldati e ufficiali del Battaglione di Ricognizione Golani ha lasciato Israele per partecipare alle manovre African Lion 2023, che si stanno svolgendo in Marocco”1. Nel 2025, le unità di ricognizione Golani dell’IDF hanno condotto addestramento congiunto sulla guerra nei tunnel con unità dell’Esercito Reale Marocchino durante l’esercitazione annuale African Lion 202515.

Acquisti militari del Marocco da Israele (2020-2024)
Le dinamiche economiche e commerciali
La normalizzazione ha aperto nuove prospettive anche sul piano economico. Secondo l’Israel Export Institute, il potenziale annuo delle esportazioni israeliane verso il Marocco potrebbe raggiungere i 250 milioni di dollari16. Tuttavia, questa cifra rappresenterebbe appena lo 0,2% delle esportazioni totali israeliane, che nel 2021 ammontavano a 143 miliardi di dollari16.
Nonostante ciò, il commercio bilaterale ha mostrato una crescita significativa. Nel 2022, il commercio tra Israele e Marocco ha raggiunto i 4,7 milioni di dollari a luglio, con un aumento del 213% rispetto a luglio 202116. Per i primi sette mesi del 2022, gli scambi bilaterali sono aumentati a 24,3 milioni di dollari, con un incremento del 16% rispetto ai primi sette mesi del 202116. Il commercio totale con il Marocco nel 2021 è stato di circa 42 milioni di dollari16.
Questa tendenza positiva è continuata anche durante il conflitto a Gaza. Nei primi cinque mesi del 2024, gli scambi commerciali tra Marocco e Israele sono aumentati del 64%, raggiungendo un valore senza precedenti di 8,5 milioni di dollari, con un incremento del 124% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente17. Complessivamente, gli scambi commerciali tra le due nazioni hanno totalizzato 53,2 milioni di dollari da gennaio a maggio 202417.
In termini di bilancio commerciale, il vantaggio sembra essersi spostato a favore di Israele. Tra il 2020 e il 2022, le esportazioni israeliane verso il Marocco sono passate da 10,2 a 37,9 milioni di dollari, mentre quelle marocchine verso Israele sono cresciute più lentamente, da 11 a 17,8 milioni di dollari16.

La cooperazione nei settori strategici: agricoltura, acqua ed energia
La cooperazione tra Marocco e Israele si è estesa a settori strategici come l’agricoltura, la gestione delle risorse idriche e l’energia. Nel settore agricolo, aziende israeliane come Netafim hanno acquisito una posizione dominante nel mercato marocchino delle attrezzature per l’irrigazione, in particolare sull’irrigazione a goccia18. La collaborazione si espande anche ai fertilizzanti, alle sementi e all’agricoltura di precisione18.
Il 2 ottobre 2023, il ministro dell’Agricoltura israeliano Avi Dichter e il suo omologo marocchino Mohamed Sadiki hanno firmato un accordo per rafforzare la cooperazione agricola tra i due paesi19. L’accordo comprende diverse aree di collaborazione, tra cui il supporto alle aziende agro-tecnologiche private, lo sviluppo di catene di approvvigionamento alimentare, lo sviluppo rurale e la produzione agricola in condizioni difficili, come la siccità19.
Nel settore idrico, il 17 novembre 2022 è stato firmato un Memorandum d’Intesa tra l’Ufficio Nazionale per l’Elettricità e l’Acqua Potabile del Marocco (ONEE) e la compagnia nazionale dell’acqua di Israele Mekorot20. L’accordo consentirà alle due aziende di lavorare insieme per promuovere attività di cooperazione congiunta nei settori della desalinizzazione dell’acqua di mare, del miglioramento delle prestazioni, del risanamento idrico, della gestione dei sistemi digitali, della ricerca e sviluppo e dell’innovazione20.
Questa intesa è particolarmente importante per il Marocco, che sta affrontando carenze idriche locali e molte delle sue aree rurali soffrono di scarsa igiene dell’acqua. “Abbiamo più di 32.000 villaggi in Marocco senza accesso a servizi igienici sicuri, e più di 14 milioni di persone in Marocco ancora [versano] le loro acque reflue direttamente nei fiumi”, ha dichiarato Salma Bougarrani, co-fondatrice e CEO di Green Watech, un’organizzazione marocchina dedicata allo sviluppo e alla promozione di soluzioni accessibili per il risanamento idrico in tutto il paese20.
Nel settore energetico, la cooperazione si concentra sulle energie rinnovabili, con progetti congiunti per la produzione di idrogeno verde e la gestione sostenibile delle risorse idriche21. Nel settembre 2022, il Politecnico Mohammed VI e l’Israel National Energy Consortium (INERC) hanno avviato una collaborazione dedicata alla ricerca energetica avanzata18. Successivamente, nel novembre dello stesso anno, l’israeliana H2Pro e la marocchina Gaia Energy hanno lanciato un progetto congiunto per la produzione di idrogeno verde18.
Le sfide interne e le prospettive future
Nonostante i benefici economici e strategici, la normalizzazione resta un tema divisivo all’interno della società marocchina. La solidarietà con la causa palestinese rimane forte, e la percezione di una subordinazione agli interessi israeliani e statunitensi alimenta il dibattito pubblico, soprattutto in occasione di crisi come il conflitto a Gaza22.
Un recente sondaggio condotto da Arab Barometer rivela un netto calo del sostegno popolare alla normalizzazione tra Israele e gli stati arabi, incluso il Marocco, scendendo dal 31% nel 2022 a solo il 13%23. Questo calo è attribuito a come il mondo arabo, incluso il Marocco, vede la guerra in corso a Gaza. Secondo i risultati del sondaggio, i marocchini comunemente descrivono gli eventi a Gaza come un massacro (26%), una guerra (24%), un genocidio (14%) o un’uccisione di massa (14%)23.
Il governo marocchino cerca di bilanciare pragmatismo e sensibilità interna, mantenendo una certa ambiguità retorica e riaffermando il sostegno alla causa palestinese, pur consolidando i legami con Israele8. Da un lato, il Regno ha permesso manifestazioni pubbliche a sostegno dei palestinesi, una questione che ha guadagnato un significativo sostegno in Marocco e nel mondo arabo in generale23. Dall’altro lato, il Regno ha mostrato poca tolleranza per le critiche aperte alle sue politiche ufficiali di continuare i suoi legami con Israele, almeno 15 persone sono state arrestate negli ultimi mesi per aver criticato le sue politiche23 / 24.
Sul piano internazionale, il Marocco punta a rafforzare la propria leadership nel continente africano, promuovendo una strategia integrata che combina investimenti economici, cooperazione militare e diplomazia multilaterale12. Israele, dal canto suo, vede nel partenariato con Rabat una porta d’accesso privilegiata all’Africa e un tassello fondamentale nella sua strategia di legittimazione regionale24.
Conclusione
Le relazioni tra Marocco e Israele rappresentano un caso unico nel panorama delle relazioni arabo-israeliane. Radicate in una lunga storia di scambi discreti e cooperazione segreta, queste relazioni sono emerse alla luce del sole con gli Accordi di Abramo, trasformandosi in un’alleanza strategica con implicazioni significative per l’intero Medio Oriente e il Nord Africa24.
Se da un lato questa alleanza offre opportunità di sviluppo economico, cooperazione tecnologica e stabilità regionale, dall’altro solleva interrogativi cruciali sulla sostenibilità politica, il rispetto del diritto internazionale e il futuro equilibrio regionale25. La sfida per entrambi i paesi sarà quella di trasformare questa alleanza in un modello di cooperazione equilibrata e rispettosa delle identità e dei diritti dei popoli coinvolti, navigando tra le pressioni internazionali e le sensibilità interne26.
In un contesto regionale in rapida evoluzione, caratterizzato da nuove dinamiche geopolitiche e sfide comuni come il cambiamento climatico, la scarsità di risorse e le minacce alla sicurezza, il futuro delle relazioni marocco-israeliane dipenderà dalla capacità di entrambi i paesi di costruire un partenariato basato non solo su interessi strategici condivisi 24.
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Questo articolo rappresenta la prima parte di un’analisi dedicata alle relazioni tra Israele e Marocco, con un focus specifico sulle dinamiche interne che tale alleanza ha innescato nel contesto politico e sociale marocchino. Nella seconda parte, in uscita a breve su KHAIMA.NET, approfondiremo l’evoluzione di questo asse strategico e il confronto sotterraneo con il suo principale rivale regionale: l’Algeria.